Esci dalla porta e rientri dalla finestra…di tolleranza


Ti sei mai chiesto da dove derivi questo modo di dire? A me piace pensare che si faccia riferimento a quella che in psicologia è conosciuta come “finestra di tolleranza”

Partiamo dal comprendere cosa si intende per trauma. Il trauma psicologico consiste nell’esperienza individuale di un evento o di condizioni durature in cui la capacità di integrazione è sopraffatta dalle emozioni. L’evento o la situazione vengono valutati come minacce, ma questa valutazione non avviene solo a livello cognitivo, ma anche attraverso emozioni e sensazioni fisiche. Il corpo, infatti, ricorda gli eventi traumatici e la loro riattivazione sensomotoria impedisce la loro integrazione nel corso del tempo.
Il corpo è, quindi, un importante veicolo per poter integrare i ricordi traumatici e permettere di vivere in una condizione di benessere. Di fronte ad una minaccia, il nostro corpo ha due tipologie di risposte: 

  • Iperdifesa (attacco-fuga): ossia forte reattività emozionale. Tale condizione è chiamata di iperattivazione o iperarousal. Il sistema nervoso autonomo simpatico raggiunge livelli estremi e i sentimenti di rabbia e agitazione diventano più frequenti e intensi.
  • Congelamento: ossia paralizzazione e immobilizzazione. Tale condizione è chiamata di ipoattivazione o ipoarousal. Il sistema nervoso autonomo parasimpatico, che è deputato al risparmio energetico, diminuisce l’attivazione corporea e rallenta la frequenza cardiaca per inibire la reazione di difesa.

Ed ecco che la finestra di tolleranza appare centrale: per poter integrare i ricordi traumatici e tornare in uno stato di equilibrio e benessere, è importante collocarsi al centro di tale finestra. Quest’ultima può essere intesa come un range all’interno del quale le differenti intensità di attivazione emotiva e fisiologica possono essere integrate senza interrompere la normale funzionalità del nostro sistema. 

In questo modo, le informazioni provenienti dall’esterno sono integrate e contribuiscono a dare significato all’esperienza. Inoltre, questo consente di concentrarsi sul presente, essere in contatto con sé stessi e con gli altri ed essere consapevoli e reattivi agli stimoli esterni. 

Lavorare sulla propria finestra di tolleranza, anche in terapia, aiuta a regolare le proprie emozioni ed espandere i confini della propria regolazione emotiva. 


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