Domande scomode, parenti e festività – Come sopravvivere.


È arrivato uno dei periodi più attesi, ma anche più difficili dell’anno: le festività di Natale.

Molte persone attendono l’arrivo del Natale per tutto l’anno e vivono questo periodo con estrema felicità e spensieratezza, come se davvero nell’aria ci fosse un qualcosa di magico. Per altri, invece, il Natale rappresenta un periodo doloroso, poiché ci si trova a dover fare i conti con tematiche come la solitudine, la malinconia, le mancanze. Inoltre, le feste ci possono far entrare in contatto con problematiche inerenti alla gestione della propria famiglia un po’ incasinata.

Spesso, nei momenti di condivisione, durante i pranzi e le cene dove tutti, ma proprio tutti, i parenti si riuniscono ci si trova a dover fare i conti con domande un po’ scomode. Domande come: “Quando ti laurei?”, “Come vanno gli esami?”, “E il/la fidanzatino/a?”, “Un figlio quando?”, “E il matrimonio?”, “Un lavoro stabile?”…

In queste situazioni spesso ci si sente in trappola e costretti a rispondere a domande a cui non c’è una risposta, o, più semplicemente, a cui non vogliamo darla. Magari non a quella persona. 

La tensione e lo stress della condivisione (a volte forzata) possono portare a sentimenti e stati d’animo negativi. 

Ecco qualche piccolo consiglio per gestire gli incontri famigliari (se non puoi proprio sfuggire) e le frasi indesiderate:

  • Cerca di stare nel presente. Metti da parte i vecchi rancori. Se serve specifica che il clima deve essere sereno e festoso, per tutti;
  • Rispondi esplicitamente che non vuoi parlare di quell’argomento, scegliendone un altro;
  • Assertività: fai valere i tuoi punti di vista, bisogni ed esigenze rispettando quelli degli altri;
  • Usa un po’ di ironia e di auto-ironia.
  • Prova a trovare il buono, anche solo una piccola cosa, di quella situazione di riunione.
  • Pensa che: le feste passano!

2 commenti su “Domande scomode, parenti e festività – Come sopravvivere.”

  1. Se posso, aggiungerei anche come consiglio, soprattutto per chi soffre di sovraccarico sensoriale o disregolazioni emotive, di prepararsi (se possibile) uno spazio “safe” per decomprimere un po’ e recuperare le energie.

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