La tricotillomania è un disturbo che porta a strapparsi ripetutamente capelli o peli, causando spesso delle zone senza peli, chiamate glabre. Questo comportamento spesso provoca disagio e compromette la vita sociale e lavorativa della persona.
I peli coinvolti possono essere quelli di varie parti del corpo, come inguine, sopracciglia, ciglia, barba o baffi negli uomini. Spesso chi soffre tende a negare il problema davanti agli altri, affermando che la compulsione avviene sia in momenti di rilassamento sia in situazioni stressanti.
Lo strappo può riguardare un singolo pelo oppure intere ciocche di capelli. Spesso si scelgono i peli diversi, per esempio quelli bianchi o più ruvidi rispetto agli altri. Chi mette in atto questo comportamento tende anche a compiere gesti simili, come strappare tessuti, esaminare o mordere i peli stessi.
Esistono due tipi di strappo: quello focalizzato e quello automatico. Il primo è consapevole e si manifesta in risposta a eventi negativi come ansia o rabbia, mentre il secondo avviene senza intenzione, quasi come in uno stato di trance, ed è più frequente in situazioni noiose o banali.
L’età d’esordio è spesso precoce, intorno ai tredici anni, ma può comparire anche più tardi durante l’adolescenza. Ancora non esiste una causa unica che spieghi questo disturbo, anche se potrebbe derivare da un bisogno di regolare l’umore e alleviare tensioni crescenti.
Il comportamento di strappo è influenzato da stimoli esterni, come elementi visivi o tattili, e da fattori interni, quali pensieri, emozioni o sensazioni fisiche come il prurito.
Per controllare questo impulso, è importante prima imparare a ridurre gli stimoli scatenanti e, successivamente, adottare strategie protettive che impediscano l’azione dello strappo. Ad esempio, coprire gli specchi o usare luci soffuse aiuta a diminuire gli stimoli visivi, mentre acconciature elaborate possono ridurre lo stimolo tattile.
Mantenere le mani occupate con oggetti antistress è un’altra tecnica efficace, così come tingere i capelli e mantenerli regolari per evitare la sensazione di peli diversi da strappare. Ogni persona deve individuare azioni alternative adatte a sé, come giocare con oggetti o impugnare matite, e praticarle almeno per tre minuti quando compare l’impulso.
Tuttavia, imparare a controllare lo strappo non significa eliminarlo del tutto. Per liberarsene è fondamentale comprendere le motivazioni profonde, interne ed esterne, che spingono a questo comportamento. Spesso lo strappo nasce come tentativo di autoregolazione in risposta a emozioni negative quali ansia, tristezza, rabbia, delusione o frustrazione.
Un valido aiuto è tenere un diario di automonitoraggio, dove annotare quotidianamente la data, la situazione scatenante, il pensiero e l’emozione provata. Questo permette di capire meglio i vissuti emotivi e le interpretazioni soggettive che accompagnano il disturbo.
Con la tabella di automonitoraggio, si può iniziare a mettere in discussione i pensieri negativi, elaborando alternative più funzionali. Nel diario si aggiungono anche questi nuovi pensieri e le emozioni collegate.
L’obiettivo finale è far comprendere come emozioni e pensieri influenzino i comportamenti e che è possibile sviluppare riflessioni più utili al proprio benessere.